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RIDUZIONE COSTI E BUSINESS CONTINUITY – LA PROPOSTA DI ADACI PER IL “RISORGIMENTO AZIENDALE ITALIANO”

Stiamo uscendo da una Caporetto ma dobbiamo resistere sul Piave ed arrivare a Vittorio Veneto…  E’ con questo obiettivo che ADACI ha messo in piedi un sistema di affiancamento e supporto ai propri associati:

il progetto Virgilio

Sono molti, e diversificati, gli obiettivi in vista della ripresa produttiva dei prossimi mesi. Siamo certi che il network e le competenze di ADACI possano essere utili alle aziende per ricostruire un business sostenibile per il futuro.

  • Analisi strategica del posizionamento di marketing commerciale e/o di acquisto (Adeguamento mercati cliente, Adattamento del posizionamento in funzione del mutato contesto economico)
  • Definizione delle politiche di acquisto per aumentare il valore competitivo dell’azienda attraverso il raggiungimento di una riduzione costi reale ed una diminuzione dei rischi

Adaci Formanagement offre un collaudato servizio di supporto

  • Analisi critica e strutturata dei fabbisogni e definizione delle configurazioni tecniche dei beni e dei servizi da acquistare valutandone il Total Cost of Ownership (TCO) ed individuando gli strumenti per migliorare la catena del valore. L’eventuale alternativa di fornitura commerciale e/o tecnica è la chiave di volta per conseguire una vera, reale e continuativa riduzione costi
  • I nostri consulenti hanno operato nell’industria manifatturiera e di trasformazione e in aziende di servizio sia private sia pubbliche e conoscono la metodologia di analisi dello “as is” in ordine alla proposizione di soluzioni d’acquisto diversificate.

Gli effetti dell’azione di re-design delle soluzioni di fornitura permetteranno:

  • una costante, elevata performance qualitativa
  • un deciso taglio ai prezzi e ai costi totali di fornitura
  • una precisa valutazione di risk management nell’ottica della riduzione del costo totale del servizio e del bene
  • una forte contrazione dei tempi di consegna dei prodotti e di erogazione dei servizi

Un’attività articolata e approfondita

  • Studio del mercato di acquisto in funzione delle necessità tecnologiche, qualitative e logistiche (tempi di consegna, scorte, ecc.)
  • Reingegnerizzazione delle soluzioni di fornitura (nell’industria promuovendo soluzioni innovative tecniche e/o tecnologiche e nelle società del terziario intervenendo sulla domanda interna e sull’articolazione delle prestazioni e dei servizi)
  • Definizione della pianificazione degli acquisti in funzione della pianificazione commerciale anche in un confronto di benchmarking con la concorrenza
  • Analisi dei mercati di acquisto con attenzione ai distretti di sub-fornitura nazionali ed europei
  • Analisi strutturata del rischio di fornitura per la business continuity
  • Scouting e valutazione nuovi fornitori
  • Studio delle soluzioni logistiche più adeguate
  • Supporto nella definizione nella stesura di accordi contrattuali
  • Supporto strategico nella gestione delle richieste di finanziamento e dei contributi ministeriali.

Per informazioni e approfondimenti: Tel. 02.400.72.474 – costreduction@adaci.it

SCARICA LA LOCANDINA COMPLETA

 

 

CORSI DI FORMAZIONE ON-LINE – Riflessioni sugli aspetti tecnici e didattici

Premessa

L’emergenza sanitaria che ha imposto regole severe di distanziamento e di protezione ha immediatamente obbligato le aziende di formazione a sospendere le iniziative di corsi sia interaziendali sia “in house” presso le sedi dei propri clienti. Non si erogano più corsi d’aula da marzo e gli operatori del settore ritengono che non sarà possibile tornare a questa modalità per parecchi mesi. Inoltre, proprio in virtù delle esperienze avute in questi mesi, è altamente probabile che il mezzo telematico conoscerà, al ritorno della normalità, un utilizzo molto più esteso di quanto non sia mai stato.

Adaci Formanagement e l’eLearning

Adaci Formanagement utilizza sistemi di formazione on-line già da molti anni, sia in supporto alle attività tradizionali d’aula sia quale mezzo alternativo per la trasmissione, in sessioni generalmente brevi, di pillole di contenuti specialistici. Per questo motivo è stato molto agevole, per la nostra azienda, estendere rapidamente la tecnologia on-line all’intera offerta formativa. Ed è per questa ragione che siamo nelle condizioni di affrontare con il bagaglio di una esperienza ampia e approfondita il tema della didattica on-line.

Aspetti tecnici

In primo luogo è utile affrontare le questioni di natura tecnica, ovvero le performance e la flessibilità offerte dalle piattaforme di eLearning più diffuse nonché la stabilità e la continuità di servizio della rete.

Adaci Formanagement ha contratti d’uso con alcune di esse e dunque riteniamo di avere titolo per discuterne con cognizione di causa. In linea generale ci sentiamo di sostenere come quasi tutte le piattaforme ormai prevedano la possibilità di interloquire con un vasto o vastissimo pubblico, di creare aule virtuali nelle quali suddividere i partecipanti e di gestire sondaggi e questionari in tempo reale.

Infine, nonostante l’esteso e continuo utilizzo pubblico e privato, per ragioni sia professionali (videoconferenza, e-learning) sia di ordine privato (massivo uso dei siti di intrattenimento di ogni genere), la rete ha dato prova di essere in grado di sopportare carichi di lavoro enormi con risultati di alto livello in termini di continuità e prestazioni comunicazionali.

Aspetti didattici

Il corso ON-LINE può essere organizzato in molte modalità, che, per semplicità, si raggruppano in due articolazioni fondamentali.

  • In una prima configurazione tutti i discenti vedono il docente e si vedono tra loro, l’audio dei discenti viene normalmente tenuto disabilitato per evitare rumori di fondo e acceso solo quando uno dei partecipanti intende interloquire con il docente, in questo modo si crea una vera aula virtuale nella quale è possibile, naturalmente non completamente, riprodurre le dinamiche relazionali di una lezione in presenza. E’ necessario sottolineare come questa opportunità di aula virtuale sia da gestire con grande perizia e accuratezza, la mancanza degli spazi fisici impedisce, per esempio, al docente di alzarsi in piedi o di avvicinarsi ai discenti, eventualmente per porre domande dirette, inoltre lo scambio non verbale è fortemente modificato dal mezzo della videoconferenza, il movimento del corpo, gli sguardi, i gesti, sono percepiti diversamente e ciò ostacola una piena comunicazione. Il docente è pertanto obbligato a decodificare i messaggi non verbali che riceve dai discenti allo scopo di reimpostare un adeguato sistema di relazioni e, contestualmente, deve studiare i propri comportamenti affinché siano percepiti dall’uditorio in accordo agli scopi che il docente stesso si prefigge di raggiungere, per esempio, avvicinare il viso alla telecamera e dunque ingrandire la propria immagine negli schemi dei discenti può avere il significato di voler sottolineare un passaggio tematico rilevante. Questa situazione di aula virtuale consente infine, entro determinati limiti, di svolgere, come in aula, un qualche controllo sull’attenzione dei partecipanti.
  • In un secondo assetto i discenti hanno telecamera e audio disconnessi, essi tutti sono nelle condizioni di osservare il docente mentre al contrario questi non ha la possibilità di vederli, fuorché quando essi non richiedano di intervenire o siano chiamati dal docente per la risposta a una domanda o per rilasciare un commento. In questa configurazione il docente non dovrà pertanto sforzarsi di interpretare il linguaggio del corpo dei discenti perdendo dunque completamente ogni controllo sull’attenzione (o persino sulla presenza) dei partecipanti. In questa situazione il docente in primo luogo dovrà adoperarsi di utilizzare al meglio, nel ristretto spazio concesso dal mezzo telematico, la propria gestualità per mantenere alta l’attenzione e riuscire nell’intento di trasmettere al meglio i contenuti formativi. Il docente si comporterà come fosse al microfono di una radio, agire come uno speaker, che da solo in una stanza riesce, con l’opportuno linguaggio paraverbale, a catturare l’interesse di platee anche vastissime. Il docente dovrà pertanto lavorare sull’uso della parola e, soprattutto, sulla modulazione del timbro, del volume e sull’utilizzo delle pause. Si osservi che questa seconda configurazione è obbligatoria nel caso di aule ampie, sicuramente quando si superino la dozzina di partecipanti.

Per ulteriori informazioni o chiarimenti:

Alessio Paša

alessio.pasa@adaci.it

Tel. 348 4994697

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

Vuoi iniziare nel mondo degli Acquisti? Partecipa al nostro CORSO BASE ACQUISTI

Il corso base acquisti di Adaci è uno degli eventi didattici più significativi dell’offerta formativa di settore. Coniugando gli aspetti tecnici e relazionali dell’attività del buyer rappresenta un momento di apprendimento indispensabile per muovere i primi passi nella professione o, per chi già opera in campo acquisti, per aggiornare le proprie conoscenze e per essere informato degli sviluppi in atto.

Le prossime edizioni:

13-18-20-25-29 Maggio e 4-5-9 Giugnoin modalità on line – ULTIMISSIMI POSTI DISPONIBILI!

Milano, 15-16-22-23 Settembre

Bologna, 6-7-13-14 Ottobre

Torino, 27-28 Ottobre e 3-4 Novembre

Milano, 17-18-24-25 Novembre

Padova, 19-20-26-27 Novembre

 

 

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

L’IMPATTO DEL COVID-19 SUI CONTRATTI INTERNAZIONALI E LA LORO ESECUZIONE

Il coronavirus (Covid – 19) e le decisioni di emergenza che prima la Cina e poi anche il nostro Paese sta assumendo con la normativa decretata in via di urgenza dal Consiglio dei Ministri in questi giorni (D.L. N. 9/2020, recante “misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid 19”, DPCM dell’1.3.2020 recante “ulteriori disposizioni attuative del decreto legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid.19”) sta gravemente incidendo sulle capacità delle imprese di adempiere con regolarità alle proprie obbligazioni contrattuali nei confronti degli altri contraenti.

LA CLAUSOLA DI FORZA MAGGIORE NEGLI ORDINAMENTI

La clausola di forza maggiore è tipica dei contratti internazionali (ma non solo) che non si esauriscono in tempi brevissimi (ad es. distribuzione, agenzia, franchising, fornitura, appalti ecc. e tutti i contratti ad esecuzione continuativa) e viene di norma inserita affinché, al verificarsi di determinate circostanze eccezionali, la parte che ne subisce gli effetti possa sospendere l’esecuzione del contratto o, se la causa determinante perdura, risolverlo, senza incorrere in responsabilità contrattuali ed eventuali ipotesi di risarcimento danni.

Ad esempio, il nostro ordinamento stabilisce, nell’articolo 1256, 1° comma, c.c., che un’obbligazione si estingue quando, per una causa non imputabile al debitore, la prestazione diventa impossibile.

Il concetto di forza maggiore risale fino al diritto romano ed è un istituto tipico dei Paesi di Civil law (lo troviamo nel diritto italiano, francese, tedesco, spagnolo ed altri) ed è stabilito espressamente anche da ordinamenti come quello cinese mentre non è invece riconosciuto espressamente dagli ordinamenti dei Paesi di Common law (U.S.A. e UK in primis). Infatti, il concetto americano di “impractibility” e quello britannico di “frustration”, che spesso vengono avvicinati al concetto di forza maggiore, hanno nella realtà una portata molto più limitata, con la conseguenza che nei rapporti sottoposti ad una di queste legislazioni se si desidera invocare un caso di forza maggiore è cruciale inserire la relativa clausola nel contratto.

Sfortunatamente, la tendenza ad operare da parte delle aziende “riciclando” modelli di clausole senza vagliare se le previsioni contenute siano idonee a coprire le diverse situazioni che volta per volta possono presentarsi  nel copiare clausole tratte da precedenti contratti, evitando di sottoporre le stesse ad un’attenta analisi e spesso senza adattarle alla situazione specifica, coloro che redigono in contratti spesso in tali clausole omettono previsioni di fatti costituenti elemento di forza maggiore che tuttavia possono verificarsi in ragione del contesto socio-economico e territoriale in cui il rapporto contrattuale si svolge.

Inevitabilmente ciò determina la circostanza che molti fatti, identificabili come elementi di forza maggiore, non siano disciplinati dalla clausola, (pochissime sono le clausole già predisposte che prevedono tra le cause scatenanti le epidemie, piuttosto che le pandemie) o, peggio ancora, vi sono testi contrattuali o rapporti di fatto non tradotti in accordi sottoscritti in cui tali clausole di forza maggiore nemmeno viene menzionata. Pur nella diversità delle previsioni legislative dei singoli Stati, nell’ambito della contrattualistica internazionale si può affermare che le epidemie, cosi come gli eventi catastrofici naturali sono generalmente indicati come causa di forza maggiore, assieme a guerre, atti d’imperio e dell’autorità pubblica.

In ogni caso, un punto deve rimanere fermo, ovvero che perché operi la forza maggiore – e dunque una parte non venga considerata inadempiente finché dura la causa di forza maggiore medesima – è necessario che tali eventi abbiano un impatto rilevante sulla possibilità di adempiere le proprie obbligazioni. In via generale è importante sottolineare che non sono considerate cause di forza maggiore quegli eventi che rendono più difficile l’esecuzione della prestazione ma solo quelli che la rendono impossibile da eseguire. Le clausole che rendono più difficoltoso adempiere la propria prestazione sono di norma relativa alla eccessiva onerosità sopravvenuta e vanno anch’esse previste nel contratto. Nei Paesi di Common Law, questa eccezione è denominata “Hardship” e va anch’essa prevista nel contratto.

Un principio generale a livello internazionale relativo alla forza maggiore è quello espresso nell’articolo 7.1.7 dei Principi UNIDROIT dove si stabilisce che:

1)         La parte inadempiente è esonerata da responsabilità se l’inadempimento è dovuto ad un impedimento derivante da circostanze estranee alla sua sfera di controllo, e che la parte stessa non era ragionevolmente tenuta a prevedere al momento della conclusione del contratto o ad evitare o a superarne le conseguenze.

2)         Quando l’impedimento è solo temporaneo, l’esonero produce effetto soltanto per quel lasso di tempo che appare ragionevole, tenuto conto dell’effetto dell’impedimento sull’esecuzione del contratto.

3)         La parte che non adempie l’obbligazione deve comunicare all’altra parte l’impedimento e gli effetti di esso sulla sua capacità di adempiere. Se la notifica non è ricevuta dall’altra parte entro un termine ragionevole, dopo che la parte inadempiente ha saputo o avrebbe dovuto sapere dell’impedimento, essa è responsabile per i danni derivanti da tale mancata ricezione.

4)         Le previsioni di cui sopra non impediscono all’una o all’altra parte di esercitare il diritto di risolvere il contratto o di sospendere la prestazione o di richiedere interessi sul denaro dovuto.

La Convenzione di Vienna del 1980 sulla vendita internazionale di beni mobili definisce, anch’essa, la forza maggiore come quell’impedimento che è fuori dal controllo della parte che la invoca, che non è assolutamente prevedibile al momento della sottoscrizione del contratto e che è insuperabile.

IL COVID-19 E IL SUO IMPATTO SULLE OBBLIGAZIONI CONTRATTUALI

Questo dunque è il frastagliato e disomogeneo scenario nel quale si inserisce la diffusione della epidemia di Covid – 19 che nelle ultime settimane ha colpito la salute di molte persone in molte parti del mondo nonchè molte aziende in ambiti fondamentali della loro operatività, con la conseguenza che molte obbligazioni contrattualmente assunte tramite la sottoscrizione di contratti commerciali rischiano di rimanere in adempiute e/o di dovere essere cancellate.

Con riferimento all’epidemia/pandemia da Covid-19, laddove le parti abbiano indicato l’evento epidemia tra le cause di forza maggiore, nessun dubbio vi sarà circa l’assenza di responsabilità della parte inadempiente per motivi legati all’epidemia stessa. Lo scoppio improvviso a livello globale di un’epidemia virale potenzialmente mortale, infatti, pare avere tutte le caratteristiche sopra citate: imprevedibilità, gravità, insormontabilità delle problematiche da essa generate.

Prendendo in considerazione una situazione per quanto possibile analoga, ovvero il caso della epidemia di SARS del 2003, i Tribunali e gli organi arbitrali cinesi di allora ritennero questo tipo di epidemia rilevante come causa di forza maggiore, purchè tale evento rispetti i criteri di imprevedibilità che ne connaturano l’esistenza.

In una decisione del 5.03.2005, la corte arbitrale cinese CIETAC ha dato torto a un venditore cinese che aveva invocato la Sars come causa di forza maggiore a giustificazione del suo inadempimento nel 2003, in quanto la Sars era scoppiata prima della data di stipula del contratto e, dunque, non poteva dirsi un evento imprevedibile per la parte cinese. Inoltre, il venditore cinese l’aveva comunicato al suo cliente olandese solo nel settembre 2003 – quindi con un ritardo di alcuni mesi ritenuto irragionevole dagli arbitri – e fornendo prove insufficienti ancor più tardi, solo nel 2004. Di conseguenza, al cliente olandese sono stati riconosciuti oltre 5 milioni di dollari a titolo di risarcimento danni.

Questo esempio chiarisce quanto sia necessaria l’immediata comunicazione alla controparte della causa di forza maggiore che si intende invocare e la sua corretta previsione in una clausola contrattuale.

Non a caso, oltre a essere stabilito da diverse legislazioni nazionali (tra cui quella cinese), nei contratti internazionali è prassi prevedere l’obbligo in capo alla parte interessata di dare tempestiva comunicazione all’altra parte insieme alla prova della forza maggiore. Nella stragrande maggioranza dei casi, fino al momento in cui la parte che sta subendo una situazione di forza maggiore non la comunica ufficialmente all’altra parte, non è esonerata dall’adempimento delle proprie obbligazioni e risponde dell’inadempimento secondo le regole delle diverse legislazioni, ivi incluso il risarcimento di tutti i danni patiti dall’altra parte (si veda sul punto l’art. 79 della Convenzione di Vienna che prevede l’obbligo del risarcimento del danno a carico della parte che ha omesso di segnalare tempestivamente all’altra parte una situazione ricadente nell’ambito della forza maggiore).

Un ritardo nella comunicazione può trovarsi sanzionato proprio con la perdita del diritto di invocare la forza maggiore, non solo per quanto previsto nel testo dei singoli contratti ma anche in applicazione di quanto espressamente previsto dalla legge. La legge cinese, per esempio, prevede espressamente che deve risarcire il danno la parte che non ha dato comunicazione alla controparte o l’abbia ritardata ingiustificatamente.

Quanto alla prova della forza maggiore, al momento per esempio l’Ufficio Generale del Ministero del Commercio cinese ha deciso di fornire alle aziende cinesi certificati di forza maggiore, consulenza legale e altro al fine di proteggere tramite tali certificazioni le proprie aziende per il mancato rispetto del termine di consegna delle merci a causa dell’epidemia, cercando in questo modo di offrire un aiuto concreto alle aziende che debbono provare l’esistenza di una situazione di forza maggiore.

Il potere di emettere tali certificazioni è stato delegato a 6 Camere di Commercio cinesi, che a questo punto, sottraggono a qualsiasi magistrato nazionale o estero ogni possibilità di valutazione certificando a priori che si tratta di un’esimente legalmente inattaccabile ad inadempimenti per sancita forza maggiore. Tali provvedimenti pare siano in via di emanazione anche in altri Paesi del Medio Oriente (in primis l’Iran maggiormente provato dal Covid-19). Solo una valutazione caso per caso potrà stabilire la legittimità o meno dell’applicabilità del provvedimento governativo al singolo contratto.

In generale, vi è la speranza che anche le autorità italiane forniscano analogo supporto alle imprese italiane del Nord Italia (per ora ma in generale di tutto il territorio italiano che dovesse rivelarsi soggetto alle conseguenze della epidemia da Covid-19) che, attualmente, si trovano nell’impossibilità di produrre o consegnare i beni ai rispettivi clienti e che necessiteranno quasi con certezza di fornire la prova dell’espandersi della epidemia da Covid-19 in una misura non prevedibile ab origine.

In ogni caso, è fondamentale non trascurare gli obblighi informativi verso la controparte anche perché le omesse o fuorvianti informazioni possono incidere sulla responsabilità contrattuale risarcitoria, anche da ritardo.

Oltre alla possibilità concreta di invocare la forza maggiore, l’incertezza sui tempi di consegna o sull’adempimento, può comunque rendere opportuna una rinegoziazione e modifica del contratto concordata tra le parti.

Le alternative al riguardo possono essere riassunte in alcune ipotesi che andremo qui di seguito a vagliare, vale a dire RINEGOZIAZIONE, SOSPENSIONE E, NELLE PEGGIORI IPOTESI, RISOLUZIONE DEI CONTRATTI.

RINEGOZIAZIONE

Nella situazione di attuale incertezza la rinegoziazione con la controparte costituirà senza dubbio la strada preferibile. Questa può consistere nella redazione di un accordo scritto ex novo, in un addendum, in un prolungamento e/o estensione concordata della durata del contratto o ancora, nei casi più complessi, nel riequilibrare gli obblighi delle parti adeguandoli alla natura della situazione.

In mancanza di accordo scritto, occorrerà fare riferimento alla legge scelta dalle parti nel contratto o, in mancanza di detta scelta, alla legge applicabile al contratto.

Conoscere le regole da un punto di vista legale previene passi falsi che espongono le aziende a contenziosi, a potenziali richieste di risarcimento dei danni e, soprattutto, serve per rinegoziare al meglio, quando ciò si rivela necessario. È evidente che, come non mai, la problematica della legge scelta per regolare il contratto gioca in questa situazione un ruolo fondamentale nell’ipotesi di mancanza o di lacune nella clausola inerente la forza maggiore. Mai come ora è necessario che le aziende pongano la massima attenzione alla redazione del testo contrattuale con particolare riferimento anche alla clausola sulla legge applicabile.

SOSPENSIONE

Nei contratti commerciali internazionali, è spesso prevista nel contratto la possibilità di sospendere il contratto per un periodo che può variare da alcune settimane a alcuni mesi e la conseguente regolamentazione delle conseguenze di tale sospensione.

Naturalmente, la sospensione non può prolungarsi indefinitamente e, in molti contratti, si stabilisce che, decorso un certo termine, il contratto debba essere risolto o rinegoziato o, eventualmente, che al termine del periodo di sospensione una delle parti abbia diritto a ripresentare le scadenze dei propri adempimenti non necessariamente in misura proporzionale al periodo di sospensione ma anche avendo riguardo agli impegni nel frattempo assunti nei confronti di altri contraenti.

Analogamente ad altri ordinamenti, se l’impossibilità temporanea si protrae, la legge italiana consente al creditore che non abbia più interesse alla prestazione dell’altra parte di risolvere il contratto anche qualora non abbia più un apprezzabile interesse ad una prestazione solo parziale (art. 1256, 2° comma e art. 1464 codice civile).

RISOLUZIONE DEL CONTRATTO

Infine, nei casi più complessi, all’inadempimento causato dall’epidemia di Covid-19 può conseguire la risoluzione del contratto.

Posto che, nei contratti internazionali generalmente non è previsto che la causa di forza maggiore faccia terminare automaticamente la relazione contrattuale, questa ipotesi deve comunque essere presa in considerazione in particolar modo per i profili risarcitori che ne conseguono. Vi sono, inoltre, settori in cui la regolamentazione è molto specifica – per esempio il settore delle costruzioni con i vari Books (modelli di contratto) della FIDIC – che stabiliscono che a seguito del ricevimento della comunicazione dell’esistenza di un caso di forza maggiore il contratto non si sospende ma si risolve direttamente. È fondamentale sapere quanto sopra perchè non sempre (quasi mai) è interesse della parte che subisce la situazione di forza maggiore risolvere il contratto. In questo senso si invitano le aziende che operano in questo settore a prendere visione dei contratti sottoscritti ed eventualmente a contattare tempestivamente l’altra parte al fine di raggiungere regolamentazioni e accordi specifici che non danneggino le imprese.

Tendenzialmente alla risoluzione del contratto – per valida causa di forza maggiore -, seguirà una determinazione e liquidazione dei costi e delle spese secondo i criteri previsti (eventualmente) dal contratto e dalla legge applicabile, tenendo conto che non potranno essere risarcibili i danni per inadempimento sempre a condizione che la parte non fosse già inadempiente per altri motivi e non abbia tardato ingiustificatamente a comunicare all’altra l’impedimento di forza maggiore e che provi tale sussistenza della forza maggiore medesima.

Quanto ai profili restitutori, il diritto italiano prevede che la parte impossibilitata totalmente da causa di forza maggiore non possa richiedere la controprestazione all’altra e debba restituire quanto ricevuto. Se l’impossibilità ha riguardato solo una parte della prestazione, la controparte avrà diritto ad una corrispondente riduzione del prezzo (artt. 1463 e 1464 codice civile). Tali criteri restitutori si ritrovano spesso nei contratti internazionali. Ad esempio, la clausola modello di Forza maggiore dell’ICC (2003), prevede che la parte che abbia tratto un beneficio dal contratto parzialmente eseguito, debba comunque compensare l’altra in misura equivalente al beneficio ricevuto.

In conclusione, affinché all’epidemia/pandemia sanitaria non si affianchi una vera e propria pandemia commerciale occorrerà che tutti gli operatori che abbiano a gestire situazione potenzialmente affette dalla epidemia di Covid-19, a prescindere dalle Nazioni attualmente coinvolte, vaglino con grande attenzione la propria specifica situazione e i propri contratti in essere, nonché quelli in corso di negoziazione, al fine di prevenire danni che potrebbero diventare estremamente gravosi.

STUDIO LEGALE FALBO & MANARA

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ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

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