Piemonte e Valle d’Aosta

SPORTELLO LEGALE ADACI PIEMONTE E VALLE d’AOSTA

ADACI – SEZIONE Piemonte e Valle d’Aosta

SPORTELLO LEGALE ADACI PIEMONTE E VALLE d’AOSTA

LO SPORTELLO LEGALE ADACI PIEMONTE E VALLE d’AOSTA,

Le direzioni aziendali degli acquisti rivestono un ruolo fondamentale nella scelta dei fornitori dell’azienda ma lo devono fare utilizzando tutti gli strumenti legali che hanno a disposizione.

Lo sportello prevede supporto per le tematiche:

– Contrattualistica nazionale e internazionale – con la collaborazione dello Studio Legale Falbo;

– Proprietà intellettuale, marchi, brevetti.

Il servizio di Sportello consiste in una consulenza informativa di carattere generale volta ad orientare l’utente nel quadro delle diverse opportunità di tutela per l’azienda.

Lo sportello è operativo a Torino ma è rivolto a tutti i Soci Adaci, per cui è possibile concordare un consulto telefonico.

Vi ricordiamo che lo Sportello si avvale della collaborazione di qualificati Consulenti iscritti al relativo Ordine.

La sede dell’incontro è presso gli uffici ADACI di Torino salvo esigenze specifiche dell’azienda.

Riservatezza
Il procedimento è riservato: tutta la documentazione consegnata sarà trattata limitatamente a quanto necessario per l’organizzazione dell’incontro con i consulenti e sarà restituita all’utente alla fine dell’incontro.
I consulenti operano osservando il segreto professionale (art. 206 C.P.I.), e non possono utilizzare e divulgare le informazioni ed i dati di cui vengono a conoscenza nello svolgimento delle proprie funzioni.

Modalità di accesso al servizio
L’accesso al servizio avviene previo appuntamento presso la Segreteria di Torino.
Nella domanda di accesso al servizio dovrà essere specificato l’oggetto delle informazioni richieste.

Per informazioni rivolgersi a:

Sportello Legale ADACI
Corso Vinzaglio 2, presso GEVAL Srl

Tel. 02 40072474 (int. 5)

E-mail: sez.piemonte@adaci.it

Lo sportello è gratuito e per ulteriori informazioni in merito, telefonateci oppure inviateci una e-mail a: sez.piemonte@adaci.it

Per fissare un appuntamento: clicca qui

Per informazioni: Segreteria ADACI PIEMONTE e VdA – Tel. 0112257467 – sez.piemonte@adaci.it

Coordinatori

Stefano Manara
Francesca Falbo

Invito: quando il caffè diventa “tecnologico”

La Sezione Piemonte e Valle d’Aosta Piemonte e Valle d’Aosta ti invita al nuovo evento

“Socio Incontra Socio :Technology networking meeting”

 

Ciao! Ti invitiamo all’incontro riservato in-formativo di mercoledì 18 aprile, riservato a noi, che si terrà nell’ambito di

Automation & Testing

La fiera dedicata ad industria 4.0 e Robotica e tecnologie innovative

“Le competenze tecnologiche saranno uno dei fattori chiave in futuro per la professione responsabile acquisti, quale migliore opportunità incontro per approfondire e valutarne i vantaggi?”

Partecipare è semplice basta registrarsi su: https://www.aetevent.com/default.aspx?idrelps=506

e confermare la presenza a sez.piemonte@adaci.it   indicando nell’oggettoCaffè 18

Agenda di mercoledì, mattina, 18 aprile

Ore 11,00: ritrovo all’interno della fiera sulla destra appena varcato l’ingresso (ad accogliervi i Soci Massimo Acanfora e Alberto Tremolada)

Ore 11,15 Caffè tecnologico

Ore 11,30 visita stand per approfondire conoscenza vantaggi tecnologie esposte per la Supply Chain (ci guiderà Alberto Tremolada Coordinatore del Gruppo di Lavoro sul Manifatturiero)

In allegato mappa “come arrivare in fiera” e planimetria interna:

Come puoi contribuire anche tu alle attività di Adaci Piemonte e VdA? E’ semplice, segui le indicazioni:

1. Contattaci direttamente online cliccando qui di seguito (è la modalità consigliata):

https://www.adaci.it/sezione-piemonte-e-valle-daosta/consiglio-direttivo/

2. Invita altri Soci e amici del mondo degli Acquisti a partecipare ai nostri eventi e a collegarsi a Facebook e a Linkedin.

3. Condividi le nostre iniziative tramite Facebook, Linkedin e Twitter!

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

Mecspe 2018: Innovazione – industry 4.0 e subfornitura in mostra a Parma.

E’ in corso di svolgimento Mecspe a Parma ( http://www.mecspe.com ), la fiera con oltre 2000 espositori che da anni è il punto di riferimento per proposte/soluzioni subfornitura dell’industria manifatturiera.

Nell’ambito anche attività Gruppo Lavoro Manifatturiero il Dr. Alberto Claudio Tremolada ha incontrato diversi espositori, tutte eccellenze del Made in Italy nei loro settori.

Eccellenze del Made in Italy che hanno confermato aver chiuso un buon 2017 come produzione/fatturato e prevedere un 2018 in crescita.

Andamento generale positivo che sconta aumento costi approvvigionamenti prodotti/servizi ( per esempio settore fonderie dal +2 al +30% rispetto stesso periodo 2017 ), difficoltà reperimento materiali, allungamento lead time ed aumento esposizione con istituzioni finanziarie.

A fronte di un quadro generale positivo il focus Aziende è sull’innovazione tecnologica e aumento skills del personale, per affrontare meglio le sfide che i mercati di riferimento impongono.

Non solo Industry 4.0 e vantaggi fiscali nel far evolvere l’Azienda, ma anche focus sulla valorizzazione capitale intangibile costituito da tutti gli stakeholders.

A dimostrazione di quanto sia importante far evolvere l’Azienda, il pad. 4 è interamente dedicato alla Fabbrica Digitale iniziativa per mostrare il ruolo determinante tecnologie 4.0 nei diversi settori.

Tecnologie avanzate di lavorazione, connettività, robot per una produzione integrata a partire da piccoli lotti con sviluppo utilizzando strumenti 4.0, simulazione prodotti, tracciabilità, manutenzione predittiva, additive manufacturing e logistica 4.0.

Per approfondimenti potete contattare l’autore dell’articolo Dr. Alberto Claudio Tremolada ( Socio ADACI e responsabile Sportello Unico Manifatturiero Area Fonderie – Gruppo Lavoro Manifatturiero Adaci sez. Piemonte e Valle d’Aosta al seguente indirizzo sez.piemonte@adaci.it ).

 

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

Design thinking: Evoluzione da responsabile acquisti a responsabile ecosistema aziendale.

 

Secondo James McQuivey ( vicepresidente Forrester Research e columnist del New York Times e Wall Street Journal ) i disruptor sono quelli che preparano l’azienda al futuro del business.

Integrando strumenti esistenti con competenze/prodotti e servizi adiacenti.
Disruptor che vanno oltre l’innovazione radicale adottando il design thinking; metodologia manageriale sviluppata a Stanford e poi diffusasi rapidamente in USA, Canada e in gran parte d’Europa, aumenta drammaticamente la capacità delle organizzazioni di prendere decisioni efficaci e redditizie, creando condivisione e “benessere” per tutti i suoi stakeholder, interni ed esterni.
Alla convention “Which kind of design thinking is right for you” tenutasi presso il Politecnico di Milano ( ha partecipato il Dr. Alberto Claudio Tremolada nell’ambito attività del gruppo lavoro manifatturiero nostra sezione ), sono emersi importanti key pillars che indicano quale evoluzione potrà avere anche la professione del responsabile acquisti.
Da negoziatore interno/esterno e gestore della supply chain a responsabile disegno ecosistema
aziendale integrando:

Design project leadership and innovation
Prof. Roberto Verganti ( comitato scientifico osservatorio )

Fare oltre pensare
Prof. Claudio Dell’Era ( direttore ricerca osservatorio )

Customer engagement
Dr.ssa Monica Della Riva ( head design Europe 3M )

Market centric
Dr. Alexandre de Souza Carvalho ( global director marketing services Tetra Pak )

Un job function enlargement and enrichment che dovrebbe ricomprendere anche, non solo,
per esempio competenze/conoscenze tecniche avanzate di quello che si acquista ( per esempio materiali, sistemi, tecnologie ecc. fonderie se responsabile acquisti castings ).
Per poter governare meglio i cambi di paradigma che stanno avvenendo anche nella funzione acquisti.
Già oggi con il digitale, in particolare con l’intelligenza artificiale ed il machine learning, quelle attività che prima erano dominio esclusivo della persona, possono essere automatizzate digitalmente.

 

Comportando difficoltà nel mantenere l’employability da parte alcune figure aziendali, senza che queste non siano posizionate differentemente e trasversali nell’organizzazione.
Per approfondimenti potete contattare l’autore articolo Dr. Alberto Claudio Tremolada,
coordinatore/responsabile sportello unico area fonderie e gruppo lavoro manifatturiero Adaci sez. Piemonte e Valle d’Aosta.

 

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

L’evoluzione del mondo degli Acquisti con il Design Thinking

Design thinking: Evoluzione da responsabile acquisti a responsabile ecosistema aziendale.

Secondo James McQuivey ( vicepresidente Forrester Research e columnist del New York Times e Wall Street Journal ) i disruptor sono quelli che preparano l’azienda al futuro del business.

Integrando strumenti esistenti con competenze/prodotti e servizi adiacenti.
Disruptor che vanno oltre l’innovazione radicale adottando il design thinking; metodologia manageriale sviluppata a Stanford e poi diffusasi rapidamente in USA, Canada e in gran parte d’Europa, aumenta drammaticamente la capacità delle organizzazioni di prendere decisioni efficaci e redditizie, creando condivisione e “benessere” per tutti i suoi stakeholder, interni ed esterni.
Alla convention “Which kind of design thinking is right for you” tenutasi presso il Politecnico di Milano ( ha partecipato il Dr. Alberto Claudio Tremolada nell’ambito attività del gruppo lavoro manifatturiero nostra sezione ), sono emersi importanti key pillars che indicano quale evoluzione potrà avere anche la professione del responsabile acquisti.
Da negoziatore interno/esterno e gestore della supply chain a responsabile disegno ecosistema
aziendale integrando:

Design project leadership and innovation
Prof. Roberto Verganti ( comitato scientifico osservatorio )

Fare oltre pensare
Prof. Claudio Dell’Era ( direttore ricerca osservatorio )

Customer engagement
Dr.ssa Monica Della Riva ( head design Europe 3M )

Market centric
Dr. Alexandre de Souza Carvalho ( global director marketing services Tetra Pak )

Un job function enlargement and enrichment che dovrebbe ricomprendere anche, non solo,
per esempio competenze/conoscenze tecniche avanzate di quello che si acquista ( per esempio materiali, sistemi, tecnologie ecc. fonderie se responsabile acquisti castings ).
Per poter governare meglio i cambi di paradigma che stanno avvenendo anche nella funzione acquisti.
Già oggi con il digitale, in particolare con l’intelligenza artificiale ed il machine learning, quelle attività che prima erano dominio esclusivo della persona, possono essere automatizzate digitalmente.

 

Comportando difficoltà nel mantenere l’employability da parte alcune figure aziendali, senza che queste non siano posizionate differentemente e trasversali nell’organizzazione.
Per approfondimenti potete contattare l’autore articolo Dr. Alberto Claudio Tremolada, coordinatore/responsabile sportello unico area fonderie e gruppo lavoro manifatturiero Adaci sez. Piemonte e Valle d’Aosta.

 

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

Parte il progetto ADACI LIBRARY in Sezione Piemonte e Valle D’Aosta

ADACI – SEZIONE Piemonte e Valle d’Aosta

Parte il progetto ADACI LIBRARY in Sezione Piemonte e Valle D’Aosta

Un nuovo progetto prossimamente attivo della sezione Piemonte e Valle d’Aosta.

Ci sarà uno spazio aperto a tutti i Soci della Sezione con accesso riservato per leggere e scaricare:

  1. articoli
  2. documenti
  3. e-book
  4. pillole informative
  5. presentazioni
  6. report
  7. riviste
  8. video

Divisi in cartelle tematiche riguardanti non solo la Supply Chain.

Un servizio dedicato ai Soci per essere aggiornati, condividere, informarsi e accrescere il valore professione.

Per maggiori informazioni e richieste ai coordinatori della library Dr. Massimo Acanfora e Dr. Alberto Claudio Tremolada ( Soci Adaci ) si può scrivere all’e-mail sez.piemonte@adaci.it.

Sportello Privacy ADACI

Sportello Privacy ADACI #GDPR EU 679/2016

Il servizio ha come referente e coordinatore ​Alessandro Oliva Privacy Officer Certificato TUV Italia al n* CDP_252_V Schema CDP Sviluppato in accordo alla ISO/IEC 17024:2012

Supply Chain Management and Amending Contracts #GDPR

“La gestione dei fornitori, ruolo centrale” nel  #GDPR

“ Non importa quale tipo di lavoro si stia sviluppando con un fornitore, è importante assicurarsi di avere a che fare con qualcuno che abbia la formazione necessaria per mantenere protetti i dati della tua azienda e dei tuoi clienti. “

Lo sportello #GDPR è il Supporto e consulenza che la Sez. ADACI Piemonte eroga ai suoi soci – su richiesta anche ai non soci –  in tema della Legge Europea 679/2016 sul Trattamento dei Dati a cui ogni Impresa, Azienda, Compagnia e PMI deve allinearsi per gli scambi e Trattamento dei Dati all’interno del SEE, coinvolgendo anche i suoi fornitori extra-SEE coinvolti nel framework EU-US Privacy Shield .

  • Only act on the Agency’s documented instruction;
  • Impose confidentiality obligations on all personnel who process the relevant data;
  • Ensure the security of the personal data that it processes;
  • Implement measures to assist Agency in complying with the rights of data subjects;
  • Assist Agency in obtaining approval from DPAS where required;
  • At Agency’s election, either return or destroy the personal data at the end of the relationship;
  • Provide Agency with all information necessary to demonstrate compliance with the GDPR

L’attivazione della consulenza, per i Soci, è possibile effettuarla contattando la Sezione attraverso il form che vedi qui accanto.

Ricevi le news sulla Privacy tramite https://telegram.me/gdpr2018

 

Nuove Faq sul Responsabile della Protezione dei Dati (RPD)
in ambito privato
(in aggiunta a quelle adottate dal Gruppo Art. 29
in Allegato alle Linee guida sul RPD)

1. Chi è il responsabile della protezione dei dati personali (RPD) e quali sono i suoi compiti?
2. Quali requisiti deve possedere il responsabile della protezione dei dati personali?
3. Chi sono i soggetti privati obbligati alla sua designazione?
4. Chi sono i soggetti per i quali non è obbligatoria la designazione del responsabile della protezione dei dati personali?
5. È possibile nominare un unico responsabile della protezione dei dati personali nell’ambito di un gruppo imprenditoriale?
6. Il responsabile della protezione dei dati personali deve essere un soggetto interno o può essere anche un soggetto esterno? Quali
sono le modalità per la sua designazione?
7. Il ruolo di responsabile della protezione dei dati personali è compatibile con altri incarichi?
8. Il responsabile della protezione dei dati personali è una persona fisica o può essere anche un soggetto diverso?

1. Chi è il responsabile della protezione dei dati personali (RPD) e quali sono i suoi compiti?
Il responsabile della protezione dei dati personali (anche conosciuto con la dizione in lingua inglese data protection officer – DPO) è una
figura prevista dall’art. 37 del Regolamento (UE) 2016/679. Si tratta di un soggetto designato dal titolare o dal responsabile del trattamento
per assolvere a funzioni di supporto e controllo, consultive, formative e informative relativamente all’applicazione del Regolamento
medesimo. Coopera con l’Autorità (e proprio per questo, il suo nominativo va comunicato al Garante; v. faq 6) e costituisce il punto di
contatto, anche rispetto agli interessati, per le questioni connesse al trattamento dei dati personali (artt. 38 e 39 del Regolamento).

2. Quali requisiti deve possedere il responsabile della protezione dei dati personali?
Il responsabile della protezione dei dati personali, al quale non sono richieste specifiche attestazioni formali o l’iscrizione in appositi albi,
deve possedere un’approfondita conoscenza della normativa e delle prassi in materia di privacy, nonché delle norme e delle procedure
amministrative che caratterizzano lo specifico settore di riferimento.
Deve poter offrire, con il grado di professionalità adeguato alla complessità del compito da svolgere, la consulenza necessaria per progettare,
verificare e mantenere un sistema organizzato di gestione dei dati personali, coadiuvando il titolare nell’adozione di un complesso di misure
(anche di sicurezza) e garanzie adeguate al contesto in cui è chiamato a operare. Deve inoltre agire in piena indipendenza (considerando 97
del Regolamento UE 2016/679) e autonomia, senza ricevere istruzioni e riferendo direttamente ai vertici.
Il responsabile della protezione dei dati personali deve poter disporre, infine, di risorse (personale, locali, attrezzature, ecc.) necessarie per
l’espletamento dei propri compiti.

3. Chi sono i soggetti privati obbligati alla sua designazione?
Sono tenuti alla designazione del responsabile della protezione dei dati personali il titolare e il responsabile del trattamento che rientrino nei casi previsti dall’art. 37, par. 1, lett. b) e c), del Regolamento (UE) 2016/679. Si tratta di soggetti le cui principali attività (in primis, le attività c.d. di “core business”) consistono in trattamenti che richiedono il monitoraggio regolare e sistematico degli interessati su larga scala o in trattamenti su larga scala di categorie particolari di dati personali o di dati relative a condanne penali e a reati (per quanto attiene alle nozioni di “monitoraggio regolare e sistematico” e di “larga scala”, v. le “Linee guida sui responsabili della protezione dei dati” del 5 aprile 2017, WP 243). Il diritto dell’Unione o degli Stati membri può prevedere ulteriori casi di designazione obbligatoria del responsabile della protezione dei dati (art. 37, par. 4).
Ricorrendo i suddetti presupposti, sono tenuti alla nomina, a titolo esemplificativo e non esaustivo: istituti di credito; imprese assicurative;
sistemi di informazione creditizia; società finanziarie; società di informazioni commerciali; società di revisione contabile; società di recupero
crediti; istituti di vigilanza; partiti e movimenti politici; sindacati; caf e patronati; società operanti nel settore delle “utilities”
(telecomunicazioni, distribuzione di energia elettrica o gas); imprese di somministrazione di lavoro e ricerca del personale; società operanti nel settore della cura della salute, della prevenzione/diagnostica sanitaria quali ospedali privati, terme, laboratori di analisi mediche e centri di riabilitazione; società di call center; società che forniscono servizi informatici; società che erogano servizi televisivi a pagamento.

4. Chi sono i soggetti per i quali non è obbligatoria la designazione del responsabile della protezione dei dati personali?
Nei casi diversi da quelli previsti dall’art. 37, par. 1, lett. b) e c), del Regolamento (UE) 2016/679, la designazione del responsabile del trattamento non è obbligatoria (ad esempio, in relazione a trattamenti effettuati da liberi professionisti operanti in forma individuale; agenti, rappresentanti e mediatori operanti non su larga scala; imprese individuali o familiari; piccole e medie imprese, con riferimento ai trattamenti dei dati personali connessi alla gestione corrente dei rapporti con fornitori e dipendenti: v. anche considerando 97 del Regolamento, in relazione alla definizione di attività “accessoria”).
In ogni caso, resta comunque raccomandata, anche alla luce del principio di “accountability” che permea il Regolamento, la designazione di tale figura (v., in proposito, le menzionate linee guida), i cui criteri di nomina, in tale evenienza, rimangono gli stessi sopra indicati.

5. È possibile nominare un unico responsabile della protezione dei dati personali nell’ambito di un gruppo imprenditoriale?
Il Regolamento (UE) 2016/679 prevede che un gruppo imprenditoriale (v. definizione di cui all’art. 4, n. 19) possa designare un unico responsabile della protezione dei dati personali, purché tale responsabile sia facilmente raggiungibile da ciascuno stabilimento (sul concetto di “raggiungibilità”, v. punto 2.3 delle linee guida in precedenza menzionate). Inoltre, dovrà essere in grado di comunicare in modo efficace con gli interessati e di collaborare con le autorità di controllo.

6. Il responsabile della protezione dei dati personali deve essere un soggetto interno o può essere anche un soggetto esterno? Quali sono le modalità per la sua designazione?
Il ruolo di responsabile della protezione dei dati personali può essere ricoperto da un dipendente del titolare o del responsabile (non in conflitto di interessi) che conosca la realtà operativa in cui avvengono i trattamenti; l’incarico può essere anche affidato a soggetti esterni, a condizione che garantiscano l’effettivo assolvimento dei compiti che il Regolamento (UE) 2016/679 assegna a tale figura. Il responsabile della protezione dei dati scelto all’interno andrà nominato mediante specifico atto di designazione, mentre quello scelto all’esterno, che dovrà avere le medesime prerogative e tutele di quello interno, dovrà operare in base a un contratto di servizi. Tali atti, da redigere in forma scritta, dovranno indicare espressamente i compiti attribuiti, le risorse assegnate per il loro svolgimento, nonché ogni altra utile informazione in rapporto al contesto di riferimento.
Nell’esecuzione dei propri compiti, il responsabile della protezione dei dati personali (interno o esterno) dovrà ricevere supporto adeguato in termini di risorse finanziarie, infrastrutturali e, ove opportuno, di personale. Il titolare o il responsabile del trattamento che abbia designato un responsabile per la protezione dei dati personali resta comunque pienamente responsabile dell’osservanza della normativa in materia di protezione dei dati e deve essere in grado di dimostrarla (art. 5, par. 2, del Regolamento; v. anche i punti 3.2 e 3.3. delle linee guida sopra richiamate).
I dati di contatto del responsabile designato dovranno essere infine pubblicati dal titolare o responsabile del trattamento. Non è necessario – anche se potrebbe rappresentare una buona prassi – pubblicare anche il nominativo del responsabile della protezione dei dati: spetta al titolare o al responsabile e allo stesso responsabile della protezione dei dati, valutare se, in base alle specifiche circostanze, possa trattarsi di un’informazione utile o necessaria. Il nominativo del responsabile della protezione dei dati e i relativi dati di contatto vanno invece comunicati all’Autorità di controllo. A tal fine, allo stato, è possibile utilizzare il modello di cui al seguente link:
http://www.gpdp.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/7322292

7. Il ruolo di responsabile della protezione dei dati personali è compatibile con altri incarichi?
Si, a condizione che non sia in conflitto di interessi. In tale prospettiva, appare preferibile evitare di assegnare il ruolo di responsabile della protezione dei dati personali a soggetti con incarichi di alta direzione (amministratore delegato; membro del consiglio di amministrazione;
direttore generale; ecc.), ovvero nell’ambito di strutture aventi potere decisionale in ordine alle finalità e alle modalità del trattamento  (direzione risorse umane, direzione marketing, direzione finanziaria, responsabile IT ecc.). Da valutare, in assenza di conflitti di interesse e in base al contesto di riferimento, l’eventuale assegnazione di tale incarico ai responsabili delle funzioni di staff (ad esempio, il responsabile della funzione legale).

8. Il responsabile della protezione dei dati personali è una persona fisica o può essere anche un soggetto diverso?
Il Regolamento (UE) 2016/679 prevede espressamente che il responsabile della protezione dei dati personali possa essere un “dipendente” del titolare o del responsabile del trattamento (art. 37, par. 6, del Regolamento); ovviamente, nelle realtà organizzative di medie e grandi dimensioni, il responsabile della protezione dei dati personali, da individuarsi comunque in una persona fisica, potrà essere supportato anche da un apposito ufficio dotato delle competenze necessarie ai fini dell’assolvimento dei propri compiti.
Qualora il responsabile della protezione dei dati personali sia individuato in un soggetto esterno, quest’ultimo potrà essere anche una persona giuridica (v. il punto 2.4 delle suddette Linee guida).
Si raccomanda, in ogni caso, di procedere a una chiara ripartizione di competenze, individuando una sola persona fisica atta a fungere da punto di contatto con gli interessati e l’Autorità di controllo.

Referente Sportello Privacy

Alessandro Oliva
Privacy Officer Certificato TUV Italia al n* CDP_252_V Schema CDP Sviluppato in accordo alla ISO/IEC 17024:2012

 

Knowledge management. Fattore competitivo differenziante delle supply chain

Il knowledge management è una materia di cui sempre più frequentemente si parla.

Con l’aumentare della complessità ci si è accorti che la conoscenza degli individui è uno degli asset fondamentali per competere sul mercato.

In tempi recenti, soprattutto con l’elaborazione dei bilanci dell’intangibile da parte di best practice dei propri settori di riferimento ( Brembo Spa nel settore dei sistemi frenanti e Siemens Spa nel settore dell’elettromeccanica per esempio ), assurge a ruolo di elemento fondamentale per la redazione degli stessi.
Il knowledge management ha origine soprattutto da necessità militari, da ricerche/studi orientali
Giapponesi e dalla tradizione anglosassone-latina riguardo l’artificial intelligence.
Mentre un prodotto o servizio è facilmente replicabile ( o business per clonazione ), la conoscenza è patrimonio personale del singolo individuo, impossibile da riprodurre.

Con la disponibilità e sovrabbondanza di informazioni ci si è accorti che necessita, quantitativamente e qualitativamente, introdurre sistemi di raccolta – analisi – valutazione e selezione ( censimento ), organizzazione, gestione e distribuzione delle conoscenze, che permetta efficientemente e efficacemente di individuare e avere disponibili le conoscenze e informazioni che effettivamente necessitano.

Questo per evitare la dispersione di risorse che causerebbe dei trade-off, l’aumento dei costi opportunità e l’indisponibilità dei veri asset intangibili che genera l’oggettivizzazione della conoscenza ( Nonaka e Mintzberg ).
In questo ci aiuta l’I.C.T., senza difficilmente sarebbe pensabile iniziare un percorso di K.M.

Il K.M. è un insieme di metodologie e strumenti gestionali che incentivano, favoriscono la raccolta, sviluppo, condivisione di conoscenze e informazioni interna/esterna all’organizzazione con l’obbiettivo di creare o aumentare il value della stessa.
Oggettivamente significa:

Incentivare gli individui a rendere disponibili, condividere, utilizzare le conoscenze, esperienze e informazioni personali e di terzi
Poter accedere da qualsiasi parte del mondo con ogni device disponibile alle conoscenze e informazioni quando necessitano
Aumentare le conoscenze e competenze degli stakeholders ( principalmente gli individui che fanno parte dell’organizzazione )
Creare community

Un sistema tecnologico di K.M. si basa su HD/SW e deve fare riferimento a 4 aree:

Competenza
Produttività
Reattività
Innovazione

COMPETENZA

Per competenza si intende che se un’Impresa vuole prosperare, deve necessariamente promuovere top-down il learning professionale degli individui facenti parte l’organizzazione
( tramite corsi, articoli, biblioteca, forum ecc. ).

PRODUTTIVITA’

Per produttività si intende che le attività di K.M. sono svolte efficientemente e efficacemente nella raccolta, analisi, valutazione, elaborazione, documentazione, catalogazione, organizzazione e distribuzione ( tramite diversi medium; un esempio è la T.V. Aziendale di Intesa Bci, Enel Spa ).
Il già conosciuto difficilmente incentiva gli individui all’utilizzo di piattaforme di K.M., e non crea quel circolo virtuoso di continuous improvement.

REATTIVITA’

Per reattività si intende che il K.M. produce benefici che mettono in grado l’organizzazione di cogliere per tempo anche i segnali più deboli provenienti dall’interno e dall’esterno e a reagire mettendo in atto strategie adattative o anticipatorie ( strategie emergenti tanto care a
Mintzberg ).

INNOVAZIONE

Per innovazione si intende nuovi metodi per l’acquisizione di quegli asset intangibili che sono la conoscenza, l’esperienza e le informazioni oggettivizzate che stanno alla base di vantaggi competitivi, fondamentali in mercati sempre più complessi e caotici con tempi ridotti di time to market.

Gli strumenti di K.M. devono favorire l’incontro 24/7 delle risorse con gli individui senza limitazioni di “any place, any time e any device” per incentivare e consentire:

L’utilizzo della piattaforma di K.M.
Condivisione
Collaborazione

L’introduzione e lo sviluppo del K.M. funziona laddove Imprenditori o Manager sono disponibili nel favorire la condivisione delle conoscenze, esperienze e informazioni in modo strutturato ma libero ( un esempio sono le strutture organizzative snelle che lavorano per processi ).
Fondamentale è il ruolo degli individui; in primis gli Imprenditori o Manager che con strategia top down devono esserne i fautori e crederci.
In un momento di significativi cambiamenti dovuti a internet, aumento esigenze Clienti, eventi socio-economici ecc., abilitante è instaurare un processo di cambiamento interno all’organizzazione che consenta di adeguare le competenze ai nuovi scenari ambientali sempre più complessi.
Per approfondimenti potete contattare l’autore articolo Dr. Alberto Claudio Tremolada
manager Metatech Group e coordinatore/responsabile sportello unico area fonderie e gruppo lavoro manifatturiero Adaci sez. Piemonte e Valle d’Aosta, alla seguente pagina: https://www.adaci.it/sportelli/sportello-fonderie/

 

 

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

Progetto Fuoco. La filiera delle attrezzature di produzione calore ed energia in mostra.

Si è svolta a Verona la più importante fiera evento mondiale settore attrezzature per produzione calore ed energia dalla combustione legna, con circa 800 espositori provenienti da 40 paesi.

Nell’ambito attività gruppo lavoro manifatturiero il Dr. Alberto Claudio Tremolada ( coordinatore
gruppo e responsabile sportello unico manifatturiero area fonderie Adaci sez. Piemonte e Valle d’Aosta ) con il supporto del Dr. Massimo Acanfora ( coordinatore gruppo ), hanno incontrato Aziende espositrici.

P 20180223 095414 1Approfondimenti tecnici, di mercato e trend settore sono stati gli argomenti discussi, con un occhio soprattutto ai materiali utilizzati e qualità dei prodotti.

Da anni i materiali più utilizzati sono ( per citarne alcuni ):

  • fusioni ghisa ( piani cottura, riduttori e stufe )
  • imbutiti acciaio ( motori elettrici, riduttori e ventilatori )
  • lamiere acciaio ( carpenterie esterne, tubi e ventilatori )
  • pressofusi alluminio ( motori elettrici, riduttori e ventilatori )
  • stampati plastica ( per raccordi, tubi )

Prodotti da fornitori Nazionali ma soprattutto provenienti dai paesi low cost.
Le motivazioni alla base delle scelte d’acquisto nei paesi low cost sono:

  • minori costi attrezzature
  • minori costi pezzi
  • presenza stabilimenti in loco paesi low cost

Se da un lato porta economie di scala/scopo, dall’altro confermano alcuni espositori come ci siano rischi da considerare:

  • qualità non sempre di buon livello
  • ritardi consegne
  • clonazioni prodotto
  • difficoltà nel gestire sviluppo nuovi progetti e nel fare prototipazione/preserie

Il trend è quello di ottimizzare prodotti semplificando e riducendo gli item, cambiando materiali e tecnologie per ridurre costi e time to market.
Quello che banalmente è un re-design project ma che deve considerare key pillars fondamentali nelle valutazioni e scelte:

  • materiali ( anche come mercati approvvigionamento principali e trend prezzi )
  • settori competitor ( quelli adiacenti che potrebbero fare anche loro travaso materiali/tecnologie )
  • produzioni adiacenti ( uso possibile stessi prodotti in altri settori )
  • cambio normative ( è di quest’anno l’estensione normativa Raae anche ad altre apparecchiature elettriche/elettroniche )
  • senescenza tecnologica

P 20180223 094308 Quello che non viene considerato per fare un esempio, è il rischio prezzo derivante dall’entrata nei propri mercati approvvigionamento di Aziende   non concorrenti ( competitori adiacenti ).

Apple non produce batterie per i suoi device, ma volendo acquistare direttamente dai produttori quantità elevate cobalto per garantirsi forniture in   vista del picco consumo costruttori batterie soprattutto auto ( il maggior produttore mondiale è il Congo ), provoca un rialzo dei prezzi che   direttamente hanno utilizzatori in altri settori (e possono non averlo considerato).

La gestione delle complessità adiacenti o disruption manufacturing comporta analisi e valutazioni complesse, ma che è lungo da spiegare in poche  righe.

Fra gli scopi gruppo lavoro manifatturiero e sportello unico area fonderie Adaci sez. Piemonte e Valle d’Aosta, tenere rapporti diretti con mercati e   confrontarsi con operatori anche per avere una visione predittiva dei diversi settori.
Su questi ed altri argomenti sono a Vs. disposizione il Dr. Alberto Claudio Tremolada e il Dr. Massimo Acanfora sia al seguente link https://www.adaci.it/sportelli/sportello-fonderie/ , sia all’indirizzo  sez.piemonte@adaci.it

 

 

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

Verona. Un’intera filiera dedicata al calore e all’energia.

Si è svolta a Verona la più importante fiera evento mondiale settore attrezzature per produzione calore ed energia dalla combustione legna, con circa 800 espositori provenienti da 40 paesi.

Nell’ambito attività gruppo lavoro manifatturiero il Dr. Alberto Claudio Tremolada ( coordinatore
gruppo e responsabile sportello unico manifatturiero area fonderie Adaci sez. Piemonte e Valle d’Aosta ) con il supporto del Dr. Massimo Acanfora ( coordinatore gruppo ), hanno incontrato Aziende espositrici.

P 20180223 095414 1Approfondimenti tecnici, di mercato e trend settore sono stati gli argomenti discussi, con un occhio soprattutto ai materiali utilizzati e qualità dei prodotti.

Da anni i materiali più utilizzati sono ( per citarne alcuni ):

  • fusioni ghisa ( piani cottura, riduttori e stufe )
  • imbutiti acciaio ( motori elettrici, riduttori e ventilatori )
  • lamiere acciaio ( carpenterie esterne, tubi e ventilatori )
  • pressofusi alluminio ( motori elettrici, riduttori e ventilatori )
  • stampati plastica ( per raccordi, tubi )

Prodotti da fornitori Nazionali ma soprattutto provenienti dai paesi low cost.
Le motivazioni alla base delle scelte d’acquisto nei paesi low cost sono:

  • minori costi attrezzature
  • minori costi pezzi
  • presenza stabilimenti in loco paesi low cost

Se da un lato porta economie di scala/scopo, dall’altro confermano alcuni espositori come ci siano rischi da considerare:

  • qualità non sempre di buon livello
  • ritardi consegne
  • clonazioni prodotto
  • difficoltà nel gestire sviluppo nuovi progetti e nel fare prototipazione/preserie

Il trend è quello di ottimizzare prodotti semplificando e riducendo gli item, cambiando materiali e tecnologie per ridurre costi e time to market.
Quello che banalmente è un re-design project ma che deve considerare key pillars fondamentali nelle valutazioni e scelte:

  • materiali ( anche come mercati approvvigionamento principali e trend prezzi )
  • settori competitor ( quelli adiacenti che potrebbero fare anche loro travaso materiali/tecnologie )
  • produzioni adiacenti ( uso possibile stessi prodotti in altri settori )
  • cambio normative ( è di quest’anno l’estensione normativa Raae anche ad altre apparecchiature elettriche/elettroniche )
  • senescenza tecnologica

P 20180223 094308Quello che non viene considerato per fare un esempio, è il rischio prezzo derivante dall’entrata nei propri mercati approvvigionamento di Aziende   non concorrenti ( competitori adiacenti ).

Apple non produce batterie per i suoi device, ma volendo acquistare direttamente dai produttori quantità elevate cobalto per garantirsi forniture in   vista del picco consumo costruttori batterie soprattutto auto ( il maggior produttore mondiale è il Congo ), provoca un rialzo dei prezzi che   direttamente hanno utilizzatori in altri settori (e possono non averlo considerato).

La gestione delle complessità adiacenti o disruption manufacturing comporta analisi e valutazioni complesse, ma che è lungo da spiegare in poche  righe.

Fra gli scopi gruppo lavoro manifatturiero e sportello unico area fonderie Adaci sez. Piemonte e Valle d’Aosta, tenere rapporti diretti con mercati e   confrontarsi con operatori anche per avere una visione predittiva dei diversi settori.
Su questi ed altri argomenti sono a Vs. disposizione il Dr. Alberto Claudio Tremolada e il Dr. Massimo Acanfora sia al seguente link  https://www.adaci.it/sportelli/sportello-fonderie/ , sia all’indirizzo  sez.piemonte@adaci.it

 

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