Archive :

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

IMBALLAGGI: la logica del “gruppo di acquisto” non sempre vince, ecco perchè

E’ comune sensazione che più si acquista e meno si spende. In realtà questo è vero solo quando si considera anche il punto di vista di chi vende e non solo quello di chi compra.

Ad esempio chi necessita di molte scatole in cartone crede di poter ottenere sconti in base al fatturato: ma per il produttore ogni scatola, anzi ogni lotto di scatole, ha vita a sè stante ed è disponibile a concedere un ribasso solo per consegne concentrate su pochi codici.  Chi utilizza molti pallet usati pensa che acquistare di più da un unico fornitore porti ad ad una economia di scala. Ma in realtà poiché l’usato non è un prodotto che si possa produrre e va reperito sul mercato concentrare le richieste su un unico soggetto non fa altro che metterlo in difficoltà, soprattutto in certe stagioni (come l’estate per l’esplosione dei consumi di frutta  verdura). Lo stesso vale per gli imballaggi plastici e per i film estensibili che al volume privilegiamo la certezza dei lotti di consegna a causa dell’alta incidenza degli attrezzaggi. O per le casse in legno in cui raggruppare il montaggio, quando questo è richiesto in carico al fornitore, è la vera chiave per spendere meno.

E quindi? come si risparmia?

Esattamente come fa chi ogni giorno deve fare la spesa al mercato

1) scegliendo e fidelizzando pochi venditori in modo da essere considerati come clienti importanti da non trascurare

2) pensando con la loro testa, cioè comprendendo (o chiedendo direttamente  ai fornitori) le logiche di produzione e distribuzione in modo da proporre condizioni contrattuali vincenti per entrambi

3) valutando bene il livello di servizio che desideriamo. O meglio che la nostra azienda e i nostri clienti percepiscono. Da anni le lavatrici non sono più verniciate all’interno , visto che nessuno se ne accorge, e il processo di pittura è sostituito da una più economica pre-zincatura della lamiera che impedisce comunque l’aggressione della ruggine.

Recentemente alcune aree di servizio autostradali hanno ridotto la quantità di zucchero nelle bustine del caffè, alla luce del fatto che in molti non le usavano in modo completo. Ed i noleggi operativi di auto o di fotocopie sono tariffati sui reali consumi (in km percorsi o copie stampate) anziché in un puro canone fisso.

Ecco quindi che le qualità che deve rafforzare un buyer sono la conoscenza tecnica del prodotto acquistato, la comprensione delle logiche di quello specifico mercato e la interpretazione del reale utilizzo che l’azienda fa dei beni acquistati. Si tratta di punti che sugli imballaggi, prodotti che molti giudicano “commodities” cioè intercambiabili da un fornitore all’altro, diventano quasi sempre più importanti di un puro acquisto in gruppo che a prima vista propone dei risparmi, ma a ben guardare non permettere di ottenere il massimo risparmio possibile.

Per approfondire le logiche delle varie voci di imballaggio lo Sportello Logistica di Adaci è a disposizione dei soci, vari direttamente alla pagina della sportello e compila il form per richiedere informazioni: http://bit.ly/2RrW5hk

 

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

Fringe Benefit : legge di bilancio 2020

Torno sull’argomento tanto discusso della legge di bilancio e come promesso nell’articolo precedente.

La legge è stata votata.

Vi aggiungo una tabellina e vi aggiungo 1 esempio concreto

MODELLO DEL VEICOLO EMISSIONI REDDITO IN NATURA ATTUALE REDDITO IN NATURA CON IL NUOVO TESTO
elettrico o ibrido plug-in sotto i 60 g/Km 30% 25%
veicoli 60-160 g/km 30% 30%
veicoli 161-190 g/km 30% 40% (2020) 50% (2021)
veicoli oltre i 190 g/km 30% 50% (2020) 60% (2021)

 

Vuol dire che per una elettrica, per esempio :

Volkswagen e-golf

fino al 30 giugno : 2.287,94 € / anno ovvero 190,66 € / mese

A partire dal 1° luglio : 1.906,61 € / anno ovvero 158,88 € / mese

Una diminuzione di 31,78 € / mese

Non sarà questa differenza che avrà un impatto nelle tasche dello stato. E neanche i veicoli della fascia successiva perché le emissioni rimangono tali e quali.

E non saranno neanche le fasce a più alte emissioni che cambieranno qualcosa perché non si trovano li i volumi dei veicoli aziendali.

Come veicoli parliamo di Panda, Tipo, Golf, … gasolio e manuali.

Per veicoli oltre i 160 g/km bisogna andare a includere in una car list dei veicoli tipo SUV, automatiche e/o sportive. Ovviamente benzina.
Non sono queste le categorie di veicoli che si trovano usualmente nei parchi auto

https://it.motor1.com/news/287397/ecotassa-co2-lista-auto-inquinanti/

 

Possiamo concludere che le associazioni di settore hanno fatto il loro lavoro. Non era questa la strada da seguire. Soprattutto in un mercato in crescita. Le unità sono incrementate da 600.000 veicoli a noleggio lungo termine a fine 2018 ad 1.000.000 di unità a fine 2019.

Dobbiamo tener presente che se c’è un settore che aiuta a ringiovanire il parco auto, è quello aziendale. Si vede in altri paesi europei.

Là dove il parco auto aziendale è più presente, il parco totale circolante è meno vecchio e quindi meno inquinante e più sicuro.

In Italia le auto sotto Euro 4 sono ben 11.000.000 di unità su 36.000.000 !! La media del parco auto circolante è di 11 anni.

Il legislatore ha perso una bella occasione per spingere alla sostenibilità.

Ma un’altra minaccia arriva sul fronte elettrico : il prezzo al chilometrico per i veicoli elettrici.

Di questo argomento, ve ne parlerò nel prossimo articolo.

Rimango ovviamente sempre aperta a critiche/considerazioni/domande su questo argomento, contattami attraverso lo Sportello Fleet Management di ADACI al seguente link: http://bit.ly/36EIBUC

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

I piani di ammortamento (o se più vi piace di rientro) dei finanziamenti sono tutti anatocistici!

Si, è proprio così e a decretarlo sono state, fino ad oggi, tre sentenze dei Tribunali di Massa, Cremona e, in ultimo (dicembre 2019) Campobasso. In sintesi, cosa si stabilisce in queste pronunce?

Semplicemente che tutti i finanziamenti (di quelli che abbiamo tutti: mutui, cessioni del quinto, prestiti personali, leasing, etc) che prevedono un piano di ammortamento (o rientro) alla francese in capitalizzazione composta sono anatocistici ovvero viziati da quella produzione di interessi su interessi che la normativa da sempre vieta.

Questa è senz’altro una bellissima notizia per tutti noi fruitori di servizi bancari in genere in quanto, dopo molti anni di studio e passione trascorsi a combattere per presentare questa verità (matematica), qualcosa finalmente si muove!

Ed è interessante anche ricordare come nel caso si ravvisasse anatocismo nel piano di ammortamento (pda) di un finanziamento la sanzione sarebbe quella di ricalcolare l’intero pda con una modalità meno onerosa per il sottoscrittore e con un notevole risparmio di tutti gli interessi corrisposti!

Alla luce di queste novità, un’occhiata alle proprie posizioni vale quindi la pena darla…

Lo Sportello Finanziario è al fianco di tutti i Soci ADACI e si pone come un “collega” tuo supporto, contattalo senza esitazioni compilando il form presente alla pagina: https://www.adaci.it/sportelli/sportello-supporto-finanziario/

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

Come finanziare lo sviluppo brevettuale delle PMI: ce lo spiega lo Sportello F.O.N.D.I. di ADACI

Per la terza volta (dopo il 2011 e il 2015) il Mise, Min. Sviluppo Economico, ha deciso di finanziare lo sviluppo brevettuale delle PMI. Una scelta importante per l’Italia che annualmente registra poco più di 4.000 brevetti industriali, la metà della Svizzera e 1/6 della Germania, posizionandosi al 10° posto mondiale nella classifica guidata dagli Usa.

Questo divario con le altre nazioni industrializzate (siamo dietro anche  Francia, Olanda e Regno Unito) rischia di indebolire la capacità di innovazione e competitività delle nostre imprese. Per questo dopo i quasi 1000 milioni per gli innovation manager (la dotazione è stata raddoppiata per finanziare tutte le domande pervenute), si vuole questa volta sostenere chi ha ottenuto recentemente un brevetto (dopo il 2017) e lo vuole industrializzare, valorizzazione sui mercati nazionali e internazionali o mettere sul mercato.

Le condizioni sono molto buone, con un contributo a fondo perduto massimo richiedibile di 140.000 € pari all’80% delle spese sostenute nei successivi 18 mesi, ed è previsto perfino un anticipo del 30% alla concessione.

Due i limiti principali:

  • che l’azienda sia classificabile come PMI (meno di 250 dipendenti e meno di 50 milioni di euro di fatturato o 43 di attivo di bilancio)
  • che i fondi siano spesi per l’acquisto di servizi specialistici, consulenze per intenderci, presso soggetti qualificati

Nel dettaglio il contributo sarà richiedibile da soggetti italiani che siano:

  • titolari  o  licenziatari  di  un  brevetto  per  invenzione  industriale  concesso  in  Italia  successivamente al 1 gennaio 2017
  • titolari  di  una  domanda  nazionale  di  brevetto  per  invenzione  industriale  depositata  successivamente  al  1  gennaio  2016  con  un  rapporto  di  ricerca  con  esito  “non negativo”
  • titolari  di  una  domanda  di  brevetto  europeo  o  di  una  domanda  internazionale  di  brevetto depositata successivamente al 1 gennaio 2016, con un rapporto di ricerca con  esito  “non  negativo”,  che  rivendichi  la  priorità  di  una  precedente  domanda  nazionale di brevetto
  • in possesso di una opzione o di un accordo preliminare che abbia per oggetto l’acquisto  di  un  brevetto  o  l’acquisizione  in  licenza  di  un  brevetto  per  invenzione  industriale,  rilasciato  in  Italia  successivamente  al  1  gennaio  2017,  con  un  soggetto,  anche estero, che ne detenga la titolarità
  • imprese  neo-costituite  in  forma  di  società  di  capitali,  a  seguito  di  operazione  di  Spin-off    universitari/accademici, 

Una corsia preferenziale sarà riservata alle Start up innovative ed alle aziende in possesso del rating di legalità

L’Ambito del progetto è quello della valorizzazione del brevetto tramite acquisti di servizi specialistici lungo tre direttrici :

  1. Industrializzazione e ingegnerizzazione
  • studio    di    fattibilità    (specifiche    tecniche    con    relativi    elaborati,    individuazione  materiali,  definizione  ciclo  produttivo,  layout  prodotto,  analisi dei costi e dei relativi ricavi);
  • progettazione produttiva
  • studio, progettazione ed ingegnerizzazione del prototipo
  • realizzazione firmware per macchine controllo numerico
  • progettazione e realizzazione software solo se relativo al procedimento oggetto della domanda di brevetto o del brevetto;
  • test di produzione;
  • produzione  pre-serie  (solo  se  funzionale  ai  test  per  il  rilascio  delle  certificazioni);
  • rilascio certificazioni di prodotto o di processo.

b.Organizzazione e sviluppo

  • servizi di IT Governance;
  • studi ed analisi per lo sviluppo di nuovi mercati geografici e settoriali;
  • servizi per la progettazione organizzativa;
  • organizzazione dei processi produttivi;
  • definizione  della  strategia  di  comunicazione,  promozione  e  canali  distributivi

c.Trasferimento tecnologico

  • proof of concept;
  • due diligence;
  • predisposizione accordi di segretezza;
  • predisposizione accordi di concessione in licenza del brevetto;
  • costi    dei    contratti    di    collaborazione    tra    PMI    e    istituti    di    ricerca/università (accordi di ricerca sponsorizzati);
  • contributo  all’acquisto  del  brevetto  (solo  per  gli  Spin  Off  e  le  start  up  innovative iscritte nel registro speciale al momento della presentazione della   domanda   di   accesso)

La procedura di assegnazione si apre ore 12.00 del 30 gennaio 2020 attraverso domanda da presentare on line sul sito del MISE e sarà seguita da un colloquio con l’impresa e da una valutazione di sostenibilità e coerenza del progetto e resterà aperta fino all’esaurimento dei fondi disponibili.

Per informazioni di dettaglio lo sportello F.O.N.D.I. è a disposizione dei soci Adaci

fondi adaci-  immagine fonte sole 24 ore

fondi adaci- immagine fonte sole 24 ore

 

 

 

Per maggiori informazioni contatto lo sportello F.O.N.D.I al seguente link: https://www.adaci.it/sportelli/sportello-fondi-avvisi-finanziamenti-e-contributi/

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

MISE: pubblicati i bandi per la valorizzazione brevetti, marchi e per il trasferimento tecnologico

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato cinque bandi per la valorizzazione di brevetti, marchi, disegni e per il trasferimento tecnologico delle attività di ricerca e sviluppo. Le risorse finanziarie stanziate ammontano a circa 50 milioni di euro.

Le micro, piccole e medie imprese potranno presentare la richiesta di accesso agli incentivi per l’acquisto di servizi, fino all’esaurimento delle risorse, a partire:

  • dal 30 gennaio 2020 per le domande relative al bando Brevetti+, a cui sono destinati 21,8 milioni di euro, gestiti da Invitalia;
  • dal 27 febbraio 2020 per le domande relative al bando Disegni+, a cui sono destinati 13 milioni di euro, gestiti da Unioncamere;
  • dal 30 marzo 2020 per le domande relative al bando Marchi+, a cui sono destinati 3,5 milioni di euro, gestiti da Unioncamere.

Le Università e gli enti pubblici di ricerca potranno, invece, presentare richiesta di accesso agli incentivi per finanziare progetti a partire:

  • dal 16 dicembre 2019 al 14 febbraio 2020 per progetti di potenziamento degli Uffici di trasferimento tecnologico (UTT), a cui sono destinati 7 milioni di euro, gestiti direttamente dalla Direzione Generale dell’UIBM del MISE;
  • dal 13 gennaio 2020 al 27 febbraio 2020 per progetti Proof of Concept (PoC) destinati alla valorizzazione dei brevetti, a cui sono destinati 5,3 milioni di euro, gestiti da Invitalia.

Per informazioni sui bandi, richieste di assistenza sull’accesso e compilazione delle domande è possibile contattare lo Sportello Marchi e Brevetti ADACI al seguente link: http://bit.ly/2Ri4lAA

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

Approfondimento dello Sportello Legale ADACI: la nozione di “gruppo societario”

L’argomento che lo Sportello Legale ADACI vuole sottoporre all’attenzione degli associati questo mese è la nozione di gruppo societario e le possibili conseguenze sull’autonomia delle singole società che ne fanno parte.

Secondo giurisprudenza costante (tra le tante Corte di Cassazione, Sezione L civile Sentenza 31 luglio 2017, n. 19023) il collegamento economico-funzionale tra imprese gestite da società di un medesimo gruppo non comporta il venir meno dell’autonomia delle singole società,  a meno che non vi sia una simulazione in frode alla legge del frazionamento di un’unica attività fra vari soggetti.

Sotto l’aspetto strettamente giuslavoristico, dunque, è necessario verificare, in tali ipotesi, quale sia la sorte del rapporto di lavoro dei dipendenti delle singole società facenti parte del gruppo.

Infatti, è possibile ravvisare un unico centro di imputazione del rapporto di lavoro –ovvero la contitolarità dello stesso delle varie società, nonostante la formale assunzione da parte di una sola- attraverso la verifica dell’esistenza dei seguenti requisiti: a) unicità della struttura organizzativa e produttiva; b) integrazione tra le attività esercitate dalle varie imprese del gruppo ed il correlativo interesse comune; c) coordinamento tecnico e amministrativo-finanziario tale da individuare un unico soggetto direttivo che faccia confluire le diverse attività delle singole imprese verso uno scopo comune; d) utilizzazione contemporanea della prestazione lavorativa da parte delle varie società titolari delle distinte imprese, nel senso che la stessa sia svolta in modo indifferenziato e contemporaneamente in favore dei vari imprenditori.

Pertanto, in caso di accertamento da parte del giudice di un unico centro di imputazione del rapporto di lavoro, il dipendente di una singola società potrà far valere i propri diritti anche nei confronti di chi non è suo formale datore di lavoro.

Per maggiori informazioni puoi contattare direttamente lo Sportello Legale ADACI al seguente indirizzo: http://bit.ly/2tI8Jzo

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

Come si definisce una “CAR LIST”? Ne parliamo nell’articolo dello Sportello Fleet Management ADACI

La Car List: il mese scorso abbiamo toccato brevemente una parte della car list.

Non volevo approfondire troppo l’aspetto della scelta dei veicoli perché c’era in atto il delineamento della legge di bilancio 2020 dove abbiamo sentito di tutto e di più sulla tassa sui veicoli aziendali.

Per fortuna è uscita la notizia che il governo ha fatto parzialmente marcia indietro. Tornerò nel prossimo articolo con dettagli in merito alla legge di bilancio. Intanto troverete le mie considerazioni.

Da Fleet Manager, non dobbiamo dare un assegno in bianco ai nostri utenti per “farli contenti”. Che i nostri utenti pagano il fringe benefit o meno, il fatto di avere un veicolo aziendale è un vantaggio non da poco per il dipendente.

Dobbiamo comunque, come dicevo nell’articolo precedente, pensare alla generazione Greta.

Ci sono diversi modi di approcciare la definizione di una carlist.

Ci sono aziende che hanno da parte di casa madre all’estero un obbligo di scegliere macchine che hanno un basso tasso di CO². E per di più devono dare il reporting annuale di quanto è sceso il carbon footprint della filiale italiana grazie alla nuova lista.

Per chi ha una rappresentanza di sindacati molto presente in azienda, è bene confrontarsi con loro. Sentire un po’ a cosa sono aperti e in che modo potete riuscire a farli accettare una lista ragionevole.

La mia esperienza mi ha imparato che era meglio confrontarmi con loro per l’allestimento dei veicoli commerciali. Perché alla fine, erano i tecnici che dovevano girare 40 ore a settimane in questi furgoni per far fatturare l’azienda. Quindi era necessario che i tecnici fossero contenti del loro mezzo che alle fine era anche un loro strumento di lavoro.

In linea di massima sono contraria ad una lista aperta con un budget a veicolo a secondo della fascia di appartenenza. Il motivo è abbastanza semplice. Se un’azienda si limita ad un paio di case auto, si ha più forza di negoziazione.

Essere Fleet Manager significa anche negoziare con le case auto. Non c’è nessuno che vi vieta di andare a negoziare con le case auto. Dopo di che andrete a chiedere che il vostro sconto venga presa in considerazione nel calcolo dell’importo del canone di noleggio, per chi ha le auto a noleggio lungo termine. Per chi ha le auto di proprietà, beh, mi sembra ovvio il beneficio.

Un altro passaggio importante è di avere la benedizione della direzione generale. La macchina può essere un fattore importante per attirare talenti. Ma non deve esserlo troppo. Ho visto troppe volte che alle persone a chi era concesso un’eccezione nella scelta del veicolo, che questa persona non sarebbe rimasta a lungo in azienda. E quando questa persona se ne va, non si riesce più a riassegnare il veicolo, specialmente quando è di colore giallo canarino (per modo di dire).

L’importanza nella scelta dei veicoli oggi, oltre al CO², sono sicuramente gli ADAS, ovvero le assistenze alla guida. La loro efficacia non è più da dimostrare. Sicuramente, le macchine sono sempre più sicure. C’è comunque da stare attenti. Perché ad avere troppi assistenti alla guida, ci si dimentica dei propri istinti e competenze alla guida. Questo lo passiamo lasciare quando arriveranno le macchine a guida autonoma, domani… forse…

Rimango ovviamente sempre aperta a critiche/considerazioni/domande su questo argomento, contattami attraverso lo Sportello Fleet Management di ADACI al seguente link: http://bit.ly/36EIBUC

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

Lo Sportello Legale ADACI chiarisce meglio l’istituto del “WHISTLEBLOWING”

In materia di strumenti giuridici contro la corruzione e le irregolarità del lavoro, ha recentemente trovato spazio nel nostro ordinamento il cosiddetto istituto del whistleblowing, vale a dire un sistema di regolamentazione volto a favorire la segnalazione di illeciti da parte dei dipendenti appartenenti ad amministrazioni sia pubbliche che private.

L’istituto del whistleblowing è uno strumento giuridico concepito per tutelare i lavoratori e permettere di segnalare illeciti presenti all’interno della struttura di appartenenza ai soggetti incaricati (es. Autorità Nazionale Anticorruzione e relativi responsabili all’interno della propria organizzazione, autorità giudiziarie, Corte dei Conti, etc.).

Per questo motivo, al fine di una migliore applicazione dello strumento, il legislatore non ha predisposto con la legge n. 179/2017 una tassativa lista di irregolarità alle quali attenersi, ma si è limitato ad indicare in modo generico una serie di situazioni tipiche; in riferimento a quest’ultime possiamo per esempio citare frodi, danni all’organizzazione o arrecati da essa, false comunicazioni, pericoli sul luogo di lavoro, elusione delle norme sulla sicurezza del lavoro, danni ambientali, minacce alla salute o alla persona, corruzione, concussione, operazioni finanziarie irregolari negligenze mediche, etc.

Attraverso l’istituto del whistleblowing, prima con l’entrata in vigore della legge n. 190/2012 per il settore pubblico e poi in modo più ampio con la legge n. 179/2017, viene adottato in Italia un sistema di prevenzione e di lotta ai fenomeni di corruzione sul posto di lavoro, che si adopera per tutelare i lavoratori che segnalano tali irregolarità (c.d. whistleblower) su due fronti: da una parte con la garanzia della riservatezza in fase di segnalazione dell’illecito, mentre dall’altra con una tutela volta ad evitare ogni forma di ripercussione nei confronti dei dipendenti.

Dunque, garantendo una valida protezione in favore dei whistleblower si andrà ad incentivare e a combattere l’omertà dovuta alla paura di possibili ripercussioni sulla sfera personale dei dipendenti presso il luogo di lavoro. Per meglio specificare, il lavoratore che si trovi intenzionato a segnalare e riferire eventuali illeciti commessi o pianificati da parte dell’impresa (o dei suoi membri) si sentirà maggiormente incentivato a cooperare con gli enti predisposti se verrà completamente tutelato da potenziali ripercussioni; per questo motivo, le norme in materia di whistleblowing prevedono appunto il divieto di licenziamento, demansionamento, sanzionamento, trasferimento o assoggettamento a qualunque forma di ritorsione in risposta alla segnalazione ricevuta.

Per maggiori informazioni puoi contattare direttamente lo Sportello Legale ADACI al seguente indirizzo: http://bit.ly/2tI8Jzo

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

QUESTIONI DOGANALI: PROBLEMATICHE RELATIVE ALLE MISURE DI SALVAGUARDIA DEFINITIVE SU ALCUNI PRODOTTI SIDERURGICI

 

Con l’attuazione del Regolamento (UE) 2019/159, la Commissione europea ha imposto misure di salvaguardia definitive su alcuni prodotti siderurgici; per i fogli rivestiti di metallo la relativa categoria 4 è stata suddivisa in due diverse sottocategorie, a cui sono stati riservati distinti contingenti tariffari:

  • 4A – altri prodotti standard
  • 4B – prodotti realizzati appositamente per l’industria automobilistica, basati su specifiche precise e soggetti a contratti a lungo termine

Al termine del procedimento di riesame delle misure già adottate, il Reg. di esecuzione (UE) n. 2019/1590 della Commissione del 26 settembre 2019  ha  previsto, a decorrere dal 1° ottobre 2019, che i prodotti siderurgici che rientrano nella categoria 4B e che sono di fatto utilizzati per la produzione di parti automobilistiche, siano esentati dal dazio (25%) se vincolati al regime di uso finale cui all’art. 254 di regolamento (UE) n. 952/2013 (CDU).

La procedura si presenta particolarmente complessa comportando la necessità di:

  1. presentare all’Ufficio doganale competente una domanda per il regime di “uso finale” fornendo, tra le altre, le indicazioni che permettono di rilevare che l’acciaio importato è utilizzato per la produzione di componenti per l’industria automobilistica
  2. disporre di un’autorizzazione per una garanzia globale rilasciata dall’Ufficio doganale a copertura dei diritti doganali gravanti sui prodotti importati
  3. avere una polizza assicurativa o garanzia bancaria a copertura dei diritti gravanti per l’intero periodo di trasformazione
  4. mantenere adeguate registrazioni per tenere traccia degli spostamenti e delle lavorazioni delle merci
  5. trasferire, nel caso di trasformazione realizzata da altri operatori a questi ultimi, i diritti e gli obblighi del regime in modo parziale o totale
  6. presentare un conto di appuramento all’ufficio doganale competente, al termine della trasformazione, per dimostrare la destinazione finale del prodotto ammesso al regime e attendere il rilascio della garanzia impegnata
  7. sottoporsi ai controlli degli Uffici delle dogane in qualsiasi momento per accertare la corretta gestione del regime

 

Per le attività realizzate all’esterno dell’azienda del titolare del regime di uso finale è richiesta la collaborazione delle aziende trasformatrici o destinatarie interessate, perché tutti o parte degli adempimenti sopra indicati devono essere assunti dalle stesse, previa accettazione.

 

La Commissione europea ha ammesso anche la possibilità di evitare la procedura illustrata per l’importatore che agisca in qualità di rappresentante diretto di un produttore di parti automobilistiche che sia in possesso di autorizzazione all’uso finale.

 

Al momento è possibile utilizzare anche il contingente 4A, ma non è detto che tale condizione permanga in futuro in quanto l’intenzione della Commissione europea era di riservare il 4A per l’acciaio impiegato in usi diversi da quelli delle imprese automobilistiche, essendo questi garantiti dal contingente 4B.

 

La complessità della procedura rende alla luce dell’attuale normativa pressoché inutilizzabile il contingente previsto per l’industria automobilistica con evidenti problemi per il sourcing della materia prima.

 

 

ENTRATA IN VIGORE DELL’ ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO TRA UE E SINGAPORE

 

Il 21 novembre è entro in vigore l’accordo di libero scambio tra UE e Singapore che è uno dei primi accordi bilaterali di “nuova generazione” che oltre alla classica eliminazione dei dazi doganali e delle barriere non tariffarie per gli scambi di beni e servizi, contiene importanti disposizioni in materia di protezione della proprietà intellettuale, liberalizzazione degli investimenti, appalti pubblici, concorrenza e sviluppo sostenibile.

All’entrata in vigore dell’accordo commerciale, oltre l’80% di tutte le importazioni da Singapore entrerà a dazio 0 in UE. Le tariffe UE saranno rimosse entro tre o cinque anni, a seconda della categoria di prodotti.

Per fruire dei benefici tariffari, in caso di spedizioni superiori ai 6.000 € occorre la dichiarazione di origine preferenziale apposta su fattura o altro documento commerciale da parte di operatori in possesso dell’autorizzazione di “esportatore autorizzato” rilasciata dalla Dogana.

Maggiori informazioni potranno essere richieste allo Sportello Dogane & Accise  di Adaci inviando una mail o chiamando ADACI.

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

ACCREDIA: sono state emanate le “Disposizioni in merito all’accreditamento norma ISO/IEC 27701”

Il 13 Dicembre 2019 Accredia (Ente Italiano di Accreditamento) ha emanato le “Disposizioni in merito all’accreditamento norma ISO/IEC 27701” statuendo che:

“Segnaliamo che, anche se molti argomenti trattati dalla Norma hanno riscontro in specifici requisiti di legge nazionali, sia in Italia, sia in altri Paesi dell’Unione Europea, disciplinati dal GDPR e dalle precedenti Leggi nazionali, la Norma, basandosi sulla ISO 17021-1, non è da considerarsi valida ai fini del GDPR, che prevede invece una certificazione accreditata IS0 17065.

La Norma, essendo una estensione della ISO/IEC 27001 deve tener conto della interpretazione della stessa alla luce della ISO/IEC 27002. Pertanto, l’applicazione della ISO/IEC 27701 non può essere a sé stante, ma deve appoggiarsi all’applicazione delle Norme citate.

Può essere utile, ai fini dell’interpretazione dei requisiti della Norma ISO/IEC 27701, tenere in conto anche le indicazioni delle Norme della serie ISO/IEC 29100 e di quanto prescritto per i processi gestiti con strumenti “cloud” delle indicazioni della Norma ISO/IEC 27018, la quale, a sua volta, poggia sui requisiti della Norma ISO/IEC 27017.”

Fonte Accredia https://bit.ly/2S7IHzJ

Ne consegue che la certificazione #ISO #27701 è fuori scopo, in quanto richiede l’accreditamento degli OdC per i sistemi di gestione (ISO 17021-1) e non ISO 17065 art. 43.1(b) e C. 100.

Le Aziende,PMI, microImprese e PA che intendono perseguire una certificazione accreditata ISO 17065 in termini GDPR, possono far riferimento alla ISDP©10003 , schema procedurale che è già liberamente scaricabile tramite il sito web dell’OdC IN-Veo all’indirizzo https://www.in-veo.com/it/ .

Seguire la ISDP©10003 è uno strumento di Accountability che aiuta e supporta alla preparazione e verifiche in tema GDPR secondo quanto previsto dalla Europe Commission.

Per maggiori informazioni, contatto il nostro Sportello Privacy e GPDR.

Alessandro Oliva

IT Engineer | DPO | Feniva srl

Auditor ISDP©10003

Valutatore Privacy UNI 11697:2017

1 2 3 4 5 7